Non è solo questione di cavalli motore. Una Porsche è molto più di un’auto sportiva: è un’icona. Lo è per chi la guida, per chi la ammira, per chi la colleziona. Ma lo è anche per chi la racconta.
Il design delle Porsche, specie dei modelli classici, è un’architettura mobile fatta di proporzioni perfette, tensione aerodinamica e un’identità visiva che resiste al tempo.
La 911, con la sua silhouette immediatamente riconoscibile, è diventata uno degli oggetti di design più iconici del Novecento, tanto da essere esposta al MoMA di New York.
Letteratura e cultura popolare
Molti scrittori e artisti hanno celebrato la Porsche, simbolo di libertà, successo, ma anche di tensione tra estetica e potenza.
👉 Jack Kerouac la cita come auto dei giovani ricchi nelle sue note su “Big Sur”;
👉 Haruki Murakami in “Dance Dance Dance” la usa come simbolo di mistero ed eleganza (una 356 nera opaca);
👉 Bret Easton Ellis in “American Psycho” assegna al protagonista una 911 Carrera come status symbol freddo e scintillante, tanto bello quanto inquietante.
Anche Steve Jobs, noto per la sua ossessione per il design essenziale, guidava Porsche e ne ammirava la filosofia ingegneristica.
Cinema e fotografia
Dal mondo di Le Mans con Steve McQueen (che guidava una 917) ai video di Spike Jonze, fino alla fotografia concettuale di Jeff Zwart, Porsche è da decenni un soggetto perfetto per raccontare lo stile. E lo stile, per Original Race, è sempre sostanza.
Perché ci riguarda
In Original Race, ogni componente nasce con questa stessa attenzione: forma, funzione e spirito si fondono per onorare la storia Porsche, senza nostalgia, ma con consapevolezza estetica e tecnica.
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